• 250 gr. di farina 00
  • 250 gr. di zucchero
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 3 uova intere
  • 1 vasetto di yogurt intero da 125 gr.
  • 125 gr. di burro
  • scorza di un grosso limone grattugiata
  • latte q.b.
  • Burro e farina per imburrare lo stampo Savarin
  • Zucchero a velo per la finitura del dolce

Il ciambellone come luogo dell’anima

Se per luogo dell’anima si intende quel luogo ideale dove l’anima trova ristoro, allora non posso che definire il ciambellone un luogo dell’anima.

Chi di noi infatti non ha nel suo ricordo, una immagine, un  profumo, un suono, che evochi una sensazione di benessere legato alla preparazione o alla degustazione del classico ciambellone?

Quello semplice, bianco, al cioccolato, bicolore, da mangiare da solo o magari inzuppato nel latte il giorno dopo a colazione, quando è diventato un po’ asciutto, preparato dalla mamma o dalla nonna o da una zia affettuosa, ognuna con la sua ricetta segreta, ma un segreto piccolo piccolo, perché gli ingredienti del ciambellone sono tanto elementari, farina, lievito, zucchero e uova, che le aggiunte alla ricetta di base, seppure molteplici, olio, burro, yogurt, vaniglia, buccia di limone, d’arancia,  cacao, latte, per citare le più frequenti, sono facilmente individuabili al primo morso.

Inoltre il ciambellone è un dolce insieme semplice, per la sua esecuzione e per la facile reperibilità dei suoi ingredienti, ma forse proprio per questo, ricco di storia.

ciambelloneGià il suo nome ci rimanda a tempi molto antichi, dal momento che è un accrescitivo della  parola ciambella, etimologicamente derivante dalla parola greca kàbe –cibo- e testimonia che  forme circolari di pasta salata o dolce sono sempre esistite nella alimentazione dell’uomo, ma ritroviamo inoltre nei secoli variazioni sul tema del ciambellone anche molto illustri e complesse, come nel caso del Savarin, famoso dolce  creato a Parigi nella seconda metà dell’ottocento da pasticceri alla corte di Napoleone III, in omaggio al celebre filosofo della gastronomia Anthelme Brillat-Savarin,  dal cui nome deriva anche quello dello stampo a cupola arrotondata con il foro centrale, comunemente usato nelle nostre cucine e chiamato  stampo per il ciambellone, ma che più correttamente andrebbe chiamato proprio savarin.

Ed infine l’ovvio e banale  ciambellone è un dolce internazionale, lo ritroviamo nei ricettari di tutto i popoli, e ci parla di loro e della loro cultura, non solo gastronomica, e per esempio  mi piace immaginare che il grande  sviluppo in altezza della ciambella americana richiami proprio l’architettura identificativa di quel paese, il grattacielo.

A questo punto non resta che cominciare a preparare il nostro ciambellone, premettendo che la riuscita del dolce è tanto più garantita se lo dedicate a chi amate.

Operazioni preliminari:

In una ciotola unire la farina setacciata con il lievito

Sciogliere sul fuoco dolce o nel microonde il burro

Estrarre lo yogurt intero dal frigorifero con un certo anticipo affinché non venga aggiunto freddo

Imburrare con cura lo stampo Savarin ed infarinare, avendo cura di eliminare la farina in eccesso.

Preriscaldare il forno a 180°

Esecuzione:

Rompere in una ciotola capiente le tre uova intere e montarle con la frusta elettrica, o a mano se preferite, finchè non risultino spumose e chiare.

Unire poco per volta alle uova montate  la farina con il  lievito, setacciandola nuovamente,  mescolando con un cucchiaio di legno, aggiungere  lo zucchero semolato, lo yogurt ed il burro  fuso tiepido facendo bene attenzione che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati.

Montare nuovamente con le fruste elettriche per incorporare aria al composto, fino a che con compaiono piccole bolle in superficie.

Poiché la parte liquida della ricetta è costituita dal burro fuso e dallo yogurt, che sono sempre in quantità fissa, e dalle uova, che possono variare in grandezza, a volte l’impasto potrebbe risultare troppo compatto. In questo caso  è necessario aggiungere piccole quantità di latte a temperatura ambiente affinchè l’insieme  risulti più cremoso.

Aromatizzare con la  scorza grattugiata  di un grosso limone.

Montare nuovamente con le fruste elettriche, o energicamente a mano,  per incorporare aria al composto, fino a che non compaiono piccole bolle in superficie.

Versare il composto nello stampo ed infornare a 180° per 30 minuti circa, preferibilmente in forno ventilato.

Evitare di aprire lo sportello del forno durante la cottura per facilitare la lievitazione del dolce, e dopo circa 30 minuti introdurre uno stecchino per verificare la cottura all’interno.

Una volta cotto estrarre lo stampo dal forno e far raffreddare il dolce completamente prima di disporlo su un piatto e spolverizzare con abbondante zucchero a velo.

Molte sono le variazioni che potrete apportare a questa ricetta, secondo il gusto o gli ingredienti di cui disponete in dispensa, ma……..se credete di aver solo fatto un dolce vi sbagliate! Infatti durante la preparazione di questa semplice ricetta molte cose succederanno dentro di voi.

Accompagnato dal  rumore ritmico delle fruste, il movimento orizzontale del polso che setaccia la farina, il piacere ludico di spalmare di morbido burro lo stampo, il profumo  mediterraneo del limone grattugiato, riemergerà il ricordo della vostra infanzia, vi assalirà  un senso di dolce ansia generata dall’aspettativa del semplice piacere che questo dolce procurerà alle persone per cui l’avrete preparato, vi  avvolgerà l’inebriante profumo sprigionato dal dolce caldo, e capirete che il vero ingrediente indispensabile in cucina, per questo dolce e sempre, siete voi.